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Presentazione

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L’hanno visto passeggiare per le vie di Modena, con l’ombrello in mano e gli occhiali scuri, anche nelle giornate senza sole. Dicono che puoi trovarlo dentro e fuori città, braccato dalle guardie, a progettare colpi di mano. L’hanno incrociato sulle strade meno battute, alla ricerca di chi, come lui, non si è rassegnato a volere di più: o tutto, o niente.

Kamo, come il partigiano di Lenin. Imprendibile, senza volto, fuorilegge.
Bandito d’Eurasia. Figlio della provincia. Casualbolscevico.

Ovunque nelle increspature di una realtà parossisticamente accelerata si riaffacci l’horror vacui della catastrofe e della rassegnazione, lì Kamo torna a irrompere, a esprimere la stessa irriducibile parzialità di allora. I suoi irregolari riaffiorano da questo oblio, dentro e contro il tempo avverso del presente.

«Sdegno e tenacia, scienza e ribellione, rapido impulso, meditato consiglio, fredda pazienza, perseveranza infinita, intelligenza del particolare e intelligenza del tutto: solo ammaestrati dalla realtà potremo cambiare la realtà».