Non è andato tutto bene. Esattamente a un anno di distanza dal primo lockdown siamo ancora in piena emergenza.
Ci avevano detto che quando sarebbe arrivato il vaccino tutto sarebbe tornato alla normalità, ma i reparti sono pieni, le terapie intensive sature, gli ospedali sotto stress, i focolai nelle strutture e nelle fabbriche aumentano insieme al numero di ricoveri e di morti.
Mentre politici e Confindustria, tra giochi di palazzo e cambi di governo, si litigano la spartizione dei 207 miliardi del Recovery Fund, tutto il peso dell’emergenza sanitaria è scaricato sulle spalle degli infermieri, degli OSS, dei lavoratori ospedalieri. Come rispondono le autorità a questa situazione? Il direttore del Policlinico e dell’ospedale Baggiovara, Claudio Vagnini, ha lanciato un appello ai cittadini modenesi: «Portateci delle caramelle per farci capire che siete al nostro fianco in questa lotta».
Delle caramelle? Non possiamo stare in silenzio di fronte a questa presa per il culo.
Una presa per il culo non solo per infermieri, OSS e lavoratori, ma per gli ammalati e i loro famigliari, per tutti noi: “caramelle” invece che assunzioni di personale medico e ospedaliero, caramelle invece che aumento delle retribuzioni, caramelle invece che potenziamento e messa in sicurezza delle strutture e dei lavoratori, caramelle invece che eliminazione del precariato e delle esternalizzazioni a cooperative che sfruttano con contratti da fame, caramelle invece che vaccinazioni a tappeto per tutti. Caramelle quando sono otto mesi che non viene erogato l’indennizzo per il rischio malattie infettive agli infermieri, caramelle quando gli stipendi degli OSS sono irrisori rispetto ai turni massacranti e ai contratti precari, con la mafia delle cooperative del PD a fare il bello e il cattivo tempo sulla pelle dei lavoratori.
A pagare il conto sono le fasce sociali che non godono dei privilegi e del potere di Confindustria e politici, i giovani, gli studenti, chi vive del proprio lavoro e cerca di arrivare a fine mese.
Un conto salato che ci fanno pagare con zone rosse, scuole chiuse, coprifuoco, spostamenti vietati e polizia, perchè il piano vaccinale non decolla per meri interessi economici e geopolitici tra Stato italiano, Unione europea e multinazionali farmaceutiche: meglio lasciar morire noi poveracci e metterci ai domiciliari che liberalizzare i brevetti o usare i vaccini russo, cinese e cubano.
Insomma, l’emergenza è diventata la nuova normalità e in Emilia, che del sistema sanitario ha fatto il suo presuntuoso vanto, la retorica del vaccino per tutti non basta più a coprire la realtà del vaccino per pochi, le caramelle non bastano più a coprire le responsabilità politiche ed economiche di questa crisi.
VIRUS ITALIA: UN ANNO DOPO TUTTO UGUALE, IN ZONA ROSSA METTIAMOCI POLITICI E CAPITALE!